Edilizia: le ultime Faq della CNCE sulla congruità della manodopera

La CNCE ha rilasciato nuove FAQ sulla Congruità della manodopera in edilizia

La CNCE – Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili  – con comunicato del 3/5/2022, ha pubblicato il le seguenti Faq sulla manodopera in edilizia:

1. Nel caso in cui nel corso di un cantiere del sisma ci siano lavorazioni aggiuntive di importo pari o superiori a 70.000 euro che usufruiscono del bonus fiscale 110%, queste ultime lavorazioni a quale tipo di verifica di congruità saranno soggette?
Nel caso in cui un’azienda che abbia già lavori in corso (ricostruzione sisma) acceda anche a quelli previsti dalla normativa sull’ecobonus 110% attraverso la presentazione di una variante progettuale alla DNL esistente, dovrà essere sottoposta alla verifica della congruità secondo la disciplina prevista per la congruità dei lavori di ricostruzione del cratere del sisma 2016 (Congruità Sisma).
La richiesta di congruità effettuata al portale SICS, pertanto, dovrà essere riferita al nuovo importo lavori edili, così come modificato in corso di variante.

2. Ai fini dell’applicazione dell’istituto della congruità della manodopera il montaggio di serramenti deve essere considerata attività edile?
Fermo restando l’elencazione di cui all’Allegato X del D.Lgs. n. 81/2008 di cui all’art. 2 del DM n. 143/2021, laddove venga effettuata una fornitura con posa in opera di serramenti da impresa che applica un contratto diverso da quello edile (ad es. metalmeccanico), tale attività di posa e i relativi costi di fornitura dei materiali non rileveranno ai fini dell’istituto della congruità della manodopera.
Laddove, viceversa, il montaggio dei serramenti sia effettuato dall’impresa edile affidataria che abbia acquistato la fornitura, in tal caso l’attività di montaggio dei serramenti rientrerà nell’ambito dei lavori edili (cfr allegato X), con conseguente rilevanza della relativa manodopera ai fini dell’istituto della congruità e rilevando, altresì, il costo della fornitura del materiale (serramenti ricevuti dall’impresa non edile) nel costo dei lavori edili. Parimenti nel caso in cui l’impresa affidataria subappalti i lavori di montaggio dei serramenti ad altra impresa.

3. Le regole Durc 2015 (Delibera comitato della bilateralità 2/2015) devono applicarsi anche ai fini del rilascio della congruità della manodopera ex DM n. 143/2021?
No, fermo restando che la congruità non sospende in alcun modo le Regole Durc 2015 valevoli ai fini della regolarità contributiva.

4. L’impresa non edile che inserisce un cantiere in CNCE_Edilconnect deve iscriversi presso la Cassa competente al rilascio della congruità?
No, la gestione della congruità prescinde dall’iscrizione in Cassa Edile/Edilcassa. Ove l’impresa legittimamente svolga attività diversa dall’edilizia, anche laddove sia affidataria di lavori che in tutto o in parte consistono in lavori edili che affida però, rispettivamente, totalmente o parzialmente a imprese subappaltatrici edili, non dovrà iscriversi in Cassa Edile/Edilcassa, fermo restando gli adempimenti in tema di congruità.

5 Laddove l’impresa operi fuori provincia, esclusivamente con lavoratori in trasferta e al netto di accordi di trasferta regionale, e inserisca il cantiere quindi presso la rispettiva Cassa di competenza, dovrà conseguentemente iscriversi presso la stessa?
No, salvo quanto previsto da contratti e accordi collettivi.
La competenza al rilascio dell’attestazione di congruità (cfr. anche FAQ n. 17 COM. CNCE n. 803/2021) prescinde, infatti, dagli obblighi di iscrizione alle Casse, che continuano a seguire le regole dettate dalla normativa dei contratti e accordi collettivi, comprese quelle sulla trasferta.

Cooperative Sociali Mantova: costo del lavoro

Con accordo siglato lo scorso febbraio è stato individuato il costo del lavoro dei dipendenti delle Cooperative Sociali della Provincia di Mantova, per gli anni 2022 e 2023.

Individuato il costo del lavoro orario per i lavoratori e le lavoratrici delle Cooperative Sociali della Provincia di Mantova – imprese +15 dipendenti.

2022

Livelli >

A1

A2

B1

C1

C2

C3/D1

C3/D1 ip

Retribuzione conglobata Mensile   1.254,59 1.266,21 1.325,21 1.425,21 1.467,90 1.511,25 1.511,25
Anzianità 3 scatti 3 34,86 40,29 48,81 55,77 58,89 61,98 61,98
Indennità Professionali               61,97
Indennità Funzione                
Altre Indennità 2,55% 31,99 32,29 33,79 36,34 37,43 38,54 38,54
Lordo Mensile   1.321,44 1.338,79 1.407.81 1.517,32 1.564,22 1.611,77 1.673,74
TOTALE ANNUO   17.178,72 17.404,27 18.301,53 19.725,16 20.334,86 20.953,01 21.758.62
INPS 28,80% 28,80% 4.947,47 5.012,43 5.270,84 5.680,85 5.856,44 6.034,47 6.266,48
INAIL 3% 3% 515,36 522,13 549,05 591,75 610,05 628,59 652,76
TOT. ONERI PREV.   5.462,83 5.534,56 5.819,89 6.272,60 6.466,49 6.663,06 6.919,24
Oneri per la sicurezza   200,00 200,00 200,00 200,00 200.00 200,00 200.00
TFR 13,5 1.272,50 1.289,21 1.355,67 1461,12 1.506,29 1.552,07 1.611,75
Rivalutaz. TFR 4,35924% 332,83 337,20 354,58 382,16 393,98 405,95 421,56
Prev. Compl. 1,5% 1,50% 257,68 261,06 274,52 295,88 305,02 314,30 326,38
Assistenza San. Integrativa   60,00 60,00 60,00 60,00 60,00 60,00 60,00
Contr. sol. su san. int.   6,00 6,00 6.00 6,00 6,00 6,00 6,00
TOT. ALTRI ONERI   2.129,01 2.153,47 2.250,77 2.405,16 2.471,29 2.538,32 2.625,69
MITIGAZIONE EFFETTO COVID   150,00 150,00 150,00 150,00 150,00 150,00 150,00
Contr. Prev.li (28,80%) e Ass.vi (3%)   47,70 47,70 47,70 47,70 47,70 47,70 47,70
TOT.   197,70 197,70 197,70 197,70 197,70 197,70 197,70
TOT. COSTO ANNUO + Mitigazione effetto covid   24.968,26 25.290,00 26.569,89 28.600,62 29.470,34 30.352,09 31.501,25
COSTO ORARIO (1548 ORE ANNUE)   16,13 16,34 17,16 18,48 19,04 19,61 20,35
Incidenza costi generali (15%) 15% 2,42 2,45 2,57 2,77 2,86 2,94 3,05
TOT. COSTO ORARIO CON COSTI GENERALI   18,55 18,79 19,73 21,25 21,9 22,55 23,4
indennità di turno (11,7%) 11,7% 1,89 1,91 2,01 2,16 2,23 2,29 2,38
TOT. COSTO ORARIO CON IND. DI TURNO   20,44 20,68 21,62 23,14 23,79 24,44 25,29

2022

D2

D2 ip

D3/E1

E2

E2if

F1

F1 if

F2

F2 id

Retribuzione conglobata Mensile 1.594,15 1.594,15 1697,04 1.831,74 1.831,74 2.023,07 2.023,07 2.310.41 2.310,41
Anzianità 3 scatti 69,72 69,72 80,58 94,50 94,50 118,53 118,53 139,44 139 44
Indennità Professionali   154,94     258,23   258,23   232,41
Indennità Funzione       77,47   154,94   232,41  
Altre Indennità 40,65 40.65 43,27 46,71 46,71 51,59 51,59 58,92 58,92
Lordo Mensile 1.704,52 1.859,46 1.820,89 2.050,42 2.231,18 2.348,13 2.451,42 2.741,18 2.741,18
TOTALE ANNUO 22.158,76 24.172,98 23.671,57 26.655,46 29.005,34 30.525,69 31.868,46 35.635,34 35.635,34
INPS 28,80% 6.381,72 6.961,82 6.817,41 7.676,77 8.353,54 8.791,40 9.178,12 10.262,98 10.262,98
INAIL 3% 664,76 725,19 710,15 799,66 870,16 915,77 956,05 1.069,06 1.069,06
TOT. ONERI PREV. 7.046,48 7.687,01 7.527,56 8.476,43 9.223,70 9.707,17 10.134,17 11.332,04 11.332,04
Oneri per la sicurezza 200,00 200,00 200,00 200,00 200,00 200,00 200,00 200,00 200,00
TFR 1.641,39 1.790,59 1.753,45 1.974,48 2.148,54 2.261,16 2.360,63 2.639,65 2.639,65
Rivalutaz. TFR 429,31 468,34 458,62 516,43 561,96 253,33 617,43 690.41 690,41
Prev. Compl. 1,5% 332,38 362,59 355,07 399,83 435,08 457,89 478,03 534,53 534,53
Assistenza San. Integrativa 60,00 60,00 60,00 60,00 60,00 60,00 60,00 60,00 60,00
Contr. sol. su san. int. 6,00 6,00 6,00 6,00 6,00 6,00 6,00 6,00 6,00
TOT. ALTRI ONERI 2.669,08 2.887,52 2.833,14 3.156,74 3.411,58 3.238,38 3.722.09 4.130,59 4.130,59
MITIGAZIONE EFFETTO COVID 150,00 150,00 150,00 150,00 150,00 150,00 150,00 150,00 150,00
Contr. Prev.li (28,80%) e Ass.vi (3%) 47,70 47,70 47,70 47,70 47,70 47,70 47,70 47,70 47,70
TOT. 197,70 197,70 197,70 197,70 197,70 197,70 197,70 197,70 197,70
TOT. COSTO ANNUO + Mitigazione effetto covid 32.072,02 34.945,21 34.229,97 38.486,33 41.838,32 44.007,03 45.922,42 51.295,67 50.306,79
COSTO ORARIO (1548 ORE ANNUE) 20,72 22,57 22,11 24,86 27,03 28,43 29,67 33,14 32,5
Incidenza costi generali (15%) 3,11 3,39 3,32 3,73 4,05 4,26 4,45 4,97 4,88
TOT. COSTO ORARIO CON COSTI GENERALI 23,83 25,96 25,43 28,59 31,08 32,69 34,12 38,11 37,38
indennità di turno (11,7%) 2,42 2,64 2,59 2,91 3,16 3,33 3,47 3,88 3,8
TOT. COSTO ORARIO CON IND. DI TURNO 25,72 27,85 27,32 30,48 32,97 34,58 36,01 40 39,27

2023

Livelli >

A1

A2

B1

C1

C2

C3/D1

C3/D1 ip

Retribuzione conglobata Mensile   1.254,59 1.266,21 1.325,21 1.425,21 1.467,90 1.511,25 1.511,25
Anzianità 3 scatti 3 34,86 40,29 48,81 55,77 58,89 61,98 61,98
Indennità Professionali               61,97
Indennità Funzione                
Altre Indennità 2,55% 31,99 32,29 33,79 36,34 37,43 38,54 38,54
Lordo Mensile   1.321,44 1.338,79 1.407.81 1.517,32 1.564,22 1.611,77 1.673,74
TOTALE ANNUO   17.178,72 17.404,27 18.301,53 19.725,16 20.334,86 20.953,01 21.758.62
INPS 28,80% 28,80% 4.947,47 5.012,43 5.270,84 5.680,85 5.856,44 6.034,47 6.266,48
INAIL 3% 3% 515,36 522,13 549,05 591,75 610,05 628,59 652,76
TOT. ONERI PREV.   5.462,83 5.534,56 5.819,89 6.272,60 6.466,49 6.663,06 6.919,24
Oneri per la sicurezza   200,00 200,00 200,00 200,00 200.00 200,00 200.00
TFR 13,5 1.272,50 1.289,21 1.355,67 1461,12 1.506,29 1.552,07 1.611,75
Rivalutaz. TFR 4,35924% 332,83 337,20 354,58 382,16 393,98 405,95 421,56
Prev. Compl. 1,5% 1,50% 257,68 261,06 274,52 295,88 305,02 314,30 326,38
Assistenza San. Integrativa   60,00 60,00 60,00 60,00 60,00 60,00 60,00
Contr. sol. su san. int.   6,00 6,00 6.00 6,00 6,00 6,00 6,00
TOT. ALTRI ONERI   2.129,01 2.153,47 2.250,77 2.405,16 2.471,29 2.538,32 2.625,69
PREMIO TERRITORIALE DI RISULTATO (P.T.R.)   256,00 256,00 256,00 256,00 256,00 256,00 256,00
Contr. Prev.li (28,80%) e Ass.vi (3%)   81,41 81,41 81.41 81,41 81,41 81.41 81,41
TOT. P.T.R.   337,41 337,41 337,41 337,41 337,41 337,41 337,41
TOT. COSTO ANNUO CON PTR   25.107,97 25.429,71 26.709,60 28.740,33 29.610,05 30.491,80 31.640,6
COSTO ORARIO (1548 ORE ANNUE)   16,22 16,43 17,25 18,57 19,13 19,70 20,44
Incidenza costi generali (15%) 15% 2.43 2.46 2,59 2,79 2,87 2,96 3,07
TOT. COSTO ORARIO CON COSTI GENERALI   18,65 18,89 19,84 21,36 22,00 22,66 23,51
indennità di turno (11,7%) 11,7% 1,90 1,92 2,02 2,17 2,24 2,30 2,39
TOT. COSTO ORARIO CON INDENNITA’ DI TURNO   20,55 20,79 21,74 23,26 23,90 24,56 25,41

2023

D2

D2 ip

D3/E1

E2

E2if

F1

F1 if

F2

F2 id

Retribuzione conglobata Mensile 1.594,15 1.594,15 1697,04 1.831,74 1.831,74 2.023,07 2.023,07 2.310.41 2.310,41
Anzianità 3 scatti 69,72 69,72 80,58 94,50 94,50 118,53 118,53 139,44 139 44
Indennità Professionali   154,94     258,23   258,23   232,41
Indennità Funzione       77,47   154,94   232,41  
Altre Indennità 40,65 40.65 43,27 46,71 46,71 51,59 51,59 58,92 58,92
Lordo Mensile 1.704,52 1.859,46 1.820,89 2.050,42 2.231,18 2.348,13 2.451,42 2.741,18 2.741,18
TOTALE ANNUO 22.158,76 24.172,98 23.671,57 26.655,46 29.005,34 30.525,69 31.868,46 35.635,34 35.635,34
INPS 28,80% 6.381,72 6.961,82 6.817,41 7.676,77 8.353,54 8.791,40 9.178,12 10.262,98 10.262,98
INAIL 3% 664,76 725,19 710,15 799,66 870,16 915,77 956,05 1.069,06 1.069,06
TOT. ONERI PREV. 7.046,48 7.687,01 7.527,56 8.476,43 9.223,70 9.707,17 10.134,17 11.332,04 11.332,04
Oneri per la sicurezza 200,00 200,00 200,00 200,00 200,00 200,00 200,00 200,00 200,00
TFR 1.641,39 1.790,59 1.753,45 1.974,48 2.148,54 2.261,16 2.360,63 2.639,65 2.639,65
Rivalutaz. TFR 429,31 468,34 458,62 516,43 561,96 253,33 617,43 690.41 690,41
Prev. Compl. 1,5% 332,38 362,59 355,07 399,83 435,08 457,89 478,03 534,53 534,53
Assistenza San. Integrativa 60,00 60,00 60,00 60,00 60,00 60,00 60,00 60,00 60,00
Contr. sol. su san. int. 6,00 6,00 6,00 6,00 6,00 6,00 6,00 6,00 6,00
TOT. ALTRI ONERI 2.669,08 2.887,52 2.833,14 3.156,74 3.411,58 3.238,38 3.722.09 4.130,59 4.130,59
PREMIO TERRITORIALE DI RISULTATO (P.T.R.) 256,00 256,00 256,00 256,00 256,00 256,00 256,00 256,00 256,00
Contr. Prev.li (28,80%) e Ass.vi (3%) 81,41 81,41 81,41 81,41 81,41 81,41 81,41 81,41 81,41
TOT. P.T.R. 337,41 337,41 337,41 337,41 337,41 337,41 337,41 337,41 337,41
TOT. COSTO ANNUO CON PTR 32.211,73 35.084,92 34.369,68 38.626,04 41.978,03 43.808,65 46.062,13 51.435,38 51.435,38
COSTO ORARIO (1548 ORE ANNUE) 20,81 22,66 22,20 24,95 27,12 28,30 29,76 33,23 33,23
Incidenza costi generali (15%) 3,12 3,40 3,33 3,74 4,07 4,25 4,46 4,98 4,98
TOT. COSTO ORARIO CON COSTI GENERALI 23,93 26,06 25,53 28,69 31,19 32,55 34,22 38,21 38,21
indennità di turno (11,7%) 2,43 2,65 2,60 2,92 3,17 3,31 3,48 3,89 3,89
TOT. COSTO ORARIO CON INDENNITA’ DI TURNO 25,83 27,96 27,43 30,59 33,09 34,45 36,12 40,11 40,11

INAIL: prorogata al 31 luglio 2022 la sorveglianza sanitaria eccezionale

L’INAIL informa che sono state prorogate fino al 31 luglio 2022 le disposizioni sulla Sorveglianza sanitaria dei lavoratori maggiormente a rischio in caso di contagio da virus SARS-CoV-2 (Comunicato del 26 maggio 2022).

L’Istituto precisa che i datori di lavoro pubblici e privati possono nuovamente fare richiesta di visita medica per sorveglianza sanitaria dei lavoratori e delle lavoratrici fragili ai servizi territoriali dell’Ente tramite l’apposito servizio online.
Ai datori di lavoro è imposto l’obbligo di assicurare la sorveglianza sanitaria eccezionale dei lavoratori maggiormente esposti al rischio, in ragione dell’età, della condizione da immunodepressione e di una pregressa infezione da Covid-19 ovvero da altre patologie che determinano particolari situazioni di fragilità.

Tale attività di sorveglianza sanitaria eccezionale si concreta in una visita medica sui lavoratori qualificabili come “fragili” ovvero su coloro che, per condizioni derivanti da immunodeficienze da malattie croniche, da patologie oncologiche con immunodepressione anche correlata a terapie salvavita in corso o da più co-morbilità, valutate anche in relazione dell’età, ritengano di rientrare in tale condizione di fragilità.
L’Istituto ricorda, altresì, che i datori di lavoro che non sono tenuti alla nomina di un medico competente possono nominarne uno per la durata dello stato di emergenza o, in alternativa, possono fare richiesta di visita medica per sorveglianza sanitaria dei lavoratori e delle lavoratrici fragili ai servizi territoriali dell’Inail attraverso l’apposito servizio online “Sorveglianza sanitaria eccezionale”, nuovamente disponibile dal 5 novembre 2020 e accessibile mediante Spid, Cns o Cie.
La richiesta di visita medica può essere inoltrata dal datore di lavoro o da un suo delegato; in quest’ultimo caso sarà necessario compilare ed inoltrare l’apposito modulo “Mod. 06 SSE delega”, reperibile nella sezione dedicata del portale “Moduli e modelli”.

All’esito della valutazione della condizione di fragilità, il medico esprimerà il giudizio di idoneità fornendo, in via prioritaria, indicazioni per l’adozione di soluzioni maggiormente cautelative per la salute del lavoratore o della lavoratrice per fronteggiare il rischio da SARS-CoV-2. Il giudizio di non idoneità temporanea sarà, invece, espresso solo per i casi che non consentano soluzioni alternative.

Scadenza termine quota contrattuale del CCNL Cemento Industria

 

Fino al 31 maggio i dipendenti a cui si applica il CCNL del cemento Industria, non iscritti ai sindacati sottoscriventi il CCNL, possono rifiutare la trattenuta della quota sindacale

 

L’accordo del 15/3/2022, ha previsto una trattenuta in busta paga inerente una quota associativa straordinaria a titolo di “contributo per rinnovo contratto” di 30,00 euro da parte delle Organizzazioni sindacali stipulanti, Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, ai lavoratori non iscritti al sindacato

Tali lavoratori, a differenza dei lavoratori iscritti ai quali non si dovrà procedere ad alcuna trattenuta, hanno tempo fino al 31/5/2022, di manifestare la non accettazione della trattenuta stessa, da comunicare all’Azienda per iscritto.

Successivamente, le Aziende effettueranno la trattenuta ai lavoratori non iscritti a Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, che non abbiano manifestato espressamente la non accettazione, sulla retribuzione corrisposta nel mese di ottobre 2022.

Le quote trattenute verranno versate dalle Aziende sul seguente conto corrente bancario

Federazione dei Lavoratori delle Costruzioni

presso Banca Popolare di Sondrio Fialiale 054 Roma – AG.11

IBAN: IT83 F 05696 03200 000012811X17

Precisazioni Inps sull’APE sociale

L’Inps ha fornito indicazioni sulle modifiche introdotte dalla legge di bilancio 2022 sull’APE sociale.

Il periodo di sperimentazione dell’APE sociale è stato differito al 31 dicembre 2022. Coloro che avevano perfezionato i requisiti per l’accesso al beneficio negli anni precedenti e che non hanno presentato la relativa domanda di verifica, nonché i soggetti decaduti dal beneficio (ad esempio, per superamento dei limiti reddituali annuali) e che intendono ripresentare domanda, devono tenere conto delle modifiche intervenute che si espongono ai paragrafi che seguono.
Resta fermo che, i soggetti in possesso del provvedimento di “certificazione” potranno presentare domanda di accesso all’APE sociale anche successivamente al nuovo termine di scadenza della sperimentazione (31 dicembre 2022).
Dal 1° gennaio 2022, coloro che si trovano in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7 della L. n. 604/1966, nonché per scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato, a condizione che abbiano avuto, nei trentasei mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno diciotto mesi, possono presentare domanda di accesso al beneficio senza dovere attendere, ove non ancora perfezionato, il decorso di almeno 3 mesi dal momento in cui è terminata l’integrale fruizione della prestazione di disoccupazione spettante.
Relativamente agli operai agricoli, non è più necessario, ai fini della decorrenza del beneficio, computare il trimestre in argomento a fare data dal licenziamento o dalle dimissioni per giusta causa (verificati tramite le risultanze UNILAV) se avvenuti nell’anno in cui è proposta la domanda di APE sociale o, se avvenuti in precedenza, dalla fine dell’anno precedente a quello di presentazione della domanda.
Ne consegue che, in fase di calcolo dell’indennità di disoccupazione agricola spettante per i periodi di disoccupazione antecedenti la decorrenza dell’APE sociale, non è necessario considerare non indennizzabili i tre mesi antecedenti la decorrenza dell’APE sociale.

A decorrere dal 1° gennaio 2022, possono presentare domanda di verifica delle condizioni di accesso all’APE sociale per la categoria dei lavoratori addetti ad attività c.d. gravose esclusivamente i lavoratori dipendenti che svolgono professioni riconducibili alle classificazioni Istat.  La definizione di tali categorie di destinatari non incide sul diritto di chi ha già ottenuto il beneficio, né limita le categorie già riconosciute dalla previgente normativa.
Possono usufruire della riduzione del requisito contributivo di cui al comma 92 in parola esclusivamente: gli operai edili con contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti delle imprese edili e affini, nell’ambito dei codici Istat; i ceramisti con codice di classificazione Istat 6.3.2.1.2;i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta con codice di classificazione Istat 7.1.3.3.
Al fine di potere beneficiare della riduzione contributiva in oggetto, il soggetto richiedente l’APE sociale deve avere svolto, per almeno sei anni negli ultimi sette anni o per almeno sette anni negli ultimi dieci anni, una o più delle attività previste.
Nel caso di lavoratrici madri appartenenti alle categorie sopra elencate, la riduzione del requisito contributivo di dodici mesi per ciascun figlio, fino a un massimo di 24 mesi opera con riferimento ai trentadue anni di anzianità contributiva.
Ai fini dell’applicazione della riduzione in parola ai figli legittimi sono equiparati quelli naturali e adottivi.

Nuovi modelli di domanda di accesso al beneficio e moduli per le attestazioni dei datori di lavoro
I modelli di domanda che gli utenti dovranno utilizzare per la verifica delle condizioni e per l’accesso al beneficio sono reperibili sul sito www.inps.it al seguente percorso: “Prestazioni e Servizi” > “Prestazioni” > “Ape Sociale-Anticipo pensionistico” > “Accedi al servizio”; i suddetti modelli recepiscono le modifiche introdotte dalla legge di Bilancio 2022 in merito alle categorie di cui alle lettere a) e d) dell’articolo 1, comma 179, della legge n. 232/2016.
Per la categoria dei lavoratori gravosi che intendono accedere all’APE sociale, dal 1° gennaio 2022, sono altresì reperibili sul sito, nella sezione “Prestazioni e servizi” > “Moduli”, i nuovi modelli di attestazione:
– AP148, denominato ” Attestazione datore di lavoro per la richiesta dell’APE Sociale in relazione alle attività lavorative di cui all’allegato 3 della legge 30 dicembre 2021, n. 234″;
– AP149, denominato “Attestazione datore di lavoro domestico per la richiesta dell’APE Sociale in relazione alle attività lavorative di cui all’allegato 3 della legge 30 dicembre 2021, n. 234”.
I termini entro i quali l’Inps deve comunicare ai richiedenti l’esito dell’istruttoria delle domande di verifica sono i seguenti:
– 30 giugno 2022, per le domande di verifica delle condizioni presentate entro il 31 marzo 2022;
– 15 ottobre 2022, per le domande di verifica delle condizioni presentate entro il 15 luglio 2022;
– 31 dicembre 2022, per le domande di verifica delle condizioni presentate oltre il 15 luglio 2022, ma entro il 30 novembre del medesimo anno.
L’APE sociale, in presenza di tutti i requisiti, decorre dal primo giorno del mese successivo alla domanda di trattamento, previa cessazione dell’attività di lavoro dipendente, autonomo e parasubordinato, svolta in Italia o all’estero (Circolare 25 maggio 2022, n. 62).

Tassazione e ritenuta per l’indennità da perdita di redditi da lavoro

Le indennità percepite dal lavoratore a titolo di risarcimento dei danni consistenti nella perdita di redditi, costituiscono redditi da lavoro dipendente e come tali sono assoggettate a tassazione separata e a ritenuta (Corte di Cassazione, Ordinanza 23 maggio 2022, n. 16512).

La vicenda

La dipendente di un ente previdenziale, esclusa dal corso concorso per l’accesso alla dirigenza, otteneva dai giudici amministrativi l’annullamento dell’atto; il Consiglio di Stato, poi, in sede di ottemperanza, imponeva all’amministrazione di organizzare un nuovo corso concorso con la sua partecipazione, e, in caso di superamento del corso, di reintegrarla dal punto di vista giuridico; non essendo, invece, possibile la reintegrazione economica, i giudici amministrativi evidenziavano la necessità di un’autonoma azione risarcitoria sul punto.
All’esito positivo del corso concorso la dipendente adiva, dunque, nuovamente il T.A.R. regionale per ottenere il risarcimento dal danno derivante dal comportamento illecito dell’ente.
Il T.A.R., in accoglimento della domanda, condannava l’amministrazione a risarcirle il danno subito, consistente in un danno patrimoniale, pari alla differenza tra la retribuzione percepita e quella che avrebbe percepito quale dirigente, ed un danno non patrimoniale, dovuto al mancato conseguimento del livello dirigenziale cui avrebbe avuto diritto e per l’alterazione della vicenda umana e professionale subita.

L’INPDAP versava tali somme, applicando, però, sulle stesse il regime fiscale per i redditi di lavoro dipendente, con le conseguenti ritenute.
La dipendente, a questo punto, chiedeva il rimborso delle somme ritenute a titolo di Irpef, a suo avviso indebitamente effettuate, in quanto aventi natura risarcitoria delle perdite subite e finalità di reintegrazione patrimoniale; impugnava il silenzio rifiuto dell’amministrazione e si vedeva riconosciute integralmente le proprie ragioni dalla competente Commissione tributaria provinciale.
La Commissione tributaria regionale, viceversa, accoglieva in parte l’appello dell’ufficio, confermando la sentenza appellata in relazione alle ritenute sulle somme percepite a titolo di danno esistenziale, rigettando, invece, la domanda della contribuente per le ritenute operate sulle somme corrisposte a titolo di danno patrimoniale.
La C.T.R. evidenziava, sul punto, che i proventi erogati a titolo di danno patrimoniale erano sostitutivi di reddito, e quindi soggetti a imposizione, mentre i proventi erogati a titolo di danno esistenziale costituivano danno emergente, per cui illegittima risultava la loro ripresa a tassazione.

Avverso tale decisione ha proposto ricorso per cassazione la dipendente, sostenendo che gli importi dalla stessa percepiti, ritenuti dalla C.T.R. conseguiti in sostituzione di redditi, e quindi soggetti a imposizione, fossero, invece, stati riconosciuti come posta risarcitoria strettamente patrimoniale e che tali somme, aventi carattere di danno emergente per perdita di chance, non fossero assoggettabili ad imposizione.

La pronuncia della Cassazione

La Corte di legittimità ha rigettato il ricorso, riaffermando il principio secondo cui, in tema di imposte sui redditi da lavoro dipendente, le somme percepite dal contribuente a titolo risarcitorio sono soggette a tassazione, nel caso in cui siano volte a reintegrare un danno da mancata percezione di redditi, e quindi un lucro cessante, mentre non sono assoggettabili a tassazione quelle intese a riparare un pregiudizio di natura diversa, costituente danno emergente.
L’imposizione, dunque, è esclusa solo in caso di somme riconosciute a titolo di danno emergente, quali il danno morale, il danno all’immagine, nonchè il danno da perdita di chance.
Da tanto discende che tutte le indennità conseguite dal lavoratore a titolo di risarcimento dei danni consistenti nella perdita di redditi costituiscono redditi da lavoro dipendente, come tali assoggettati a tassazione separata e a ritenuta.

Richiamando tali principi, i giudici hanno evidenziato che nel caso in argomento la C.T.R., distinguendo le poste risarcitorie riconosciute dal T.A.R., aveva correttamente ritenuto tassabili quelle volte a sostituire reddito perduto, costituente lucro cessante, e non soggette, invece, ad imposizione quelle volte a reintegrare una perdita immediatamente verificatasi nel patrimonio giuridico della contribuente, corrispondente al danno esistenziale.

La Corte ha, inoltre, sottolineato l’assoluta irrilevanza della circostanza che il T.A.R. avesse qualificato le predette somme come posta risarcitoria strettamente patrimoniale da fatto illecito, non essendo tale circostanza, da sola, idonea ad escludere l’assoggettabilità della somma ad imposizione, atteso che non è la natura risarcitoria della somma ad escluderne l’imponibilità ma la natura del pregiudizio risarcito, il quale, come ampiamente chiarito, rimane imponibile quando si tratti di perdita di redditi.

Somme corrisposte al legale non distrattario con delega all’incasso: esonero ritenuta d’acconto

Ai fini dell’esonero dall’applicazione della ritenuta d’acconto, il legale non distrattario, con delega all’incasso, che percepisce direttamente dalla parte soccombente (sostituto d’imposta) le somme liquidate in sentenza a favore del proprio cliente a titolo di spese di giudizio, è tenuto a fornire la prova dell’avvenuto pagamento da parte del cliente del compenso professionale. (Agenzia delle Entrate – Risposta 20 maggio 2022, n. 286).

Sui compensi comunque denominati, per prestazioni di lavoro autonomo, ancorché non esercitate abitualmente ovvero siano rese a terzi o nell’interesse di terzi o per l’assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere, il sostituto d’imposta è tenuto ad operare, all’atto del pagamento, una ritenuta del 20 per cento a titolo di acconto dell’Irpef dovuta dai percipienti, con l’obbligo di rivalsa.
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che l’area di applicazione della ritenuta comprende anche le remunerazioni di compensi per prestazioni professionali rese, al di fuori del sinallagma commissione-prestazione, a favore di un committente non esecutore del pagamento e che, pertanto, lo status di sostituto d’imposta è attribuito a chiunque corrisponda compensi per prestazioni professionali, anche se l’adempimento del pagamento è disposto in modo coattivo in base a sentenza di condanna.
L’Agenzia delle Entrate ha precisato che sulle somme liquidate in sentenza alla controparte vittoriosa, a titolo di spese di giudizio, e corrisposte direttamente al legale di quest’ultima, munito di un mandato all’incasso, la parte soccombente è esonerata dall’effettuazione della suddetta ritenuta nella sola ipotesi in cui le somme erogate al difensore della parte vittoriosa non costituiscano per quest’ultimo reddito di lavoro autonomo, vale a dire qualora questi produca copia della fattura emessa, nei confronti del proprio cliente, per la prestazione professionale resa.
In altri termini, l’esibizione della copia della fattura emessa dal difensore “non distrattario” nei confronti del cliente, fa presumere, che quanto dovrà essere erogato dalla parte soccombente ha l’effetto di “ristorare” la parte vittoriosa dell’onere per le spese legali a suo carico inerenti la prestazione professionale del proprio difensore. Tale presunzione, legittima l’esonero dall’applicazione della ritenuta su richiesta del professionista.
Tuttavia, considerato che la responsabilità per la violazione dell’obbligo di esecuzione della ritenuta alla fonte resta in capo al sostituto d’imposta, quest’ultimo, qualora ritenga che le somme che sta erogando possano costituire reddito di lavoro autonomo per il difensore, è legittimato a richiedere al legale ” non distrattario”, ai fini della non applicazione della ritenuta, oltre alla delega all’incasso rilasciata dal proprio cliente e la fattura emessa nei confronti dello stesso, ogni altra documentazione che ritenga opportuno in base alle proprie procedure, come ad esempio la prova dell’avvenuto pagamento del compenso professionale.

EPITEMP – Nuovo Regolamento assistenziale per i lavoratori somministrati

EBITEMP, l’Ente Bilaterale Nazionale per il lavoro temporaneo, pubblica il nuovo Regolamento assistenziale in vigore dall’1/5/2022 per i lavoratori in somministrazione

EBITEMP, l’Ente Bilaterale Nazionale per il lavoro temporaneo, in collaborazione con la Cassa Mutualistica Interaziendale al fine di sovvenire alle esigenze dei lavoratori somministrati a fronte di problemi sanitari, propone un nuovo Regolamento, con prestazioni sanitarie dettagliate, che entra in vigore il 1° maggio 2022 e scade il 31 dicembre 2022 salvo proroga.

1. Aventi diritto
Hanno diritto ad usufruire delle prestazioni elencate nel regolamento i lavoratori in somministrazione (sia a tempo determinato che indeterminato) dipendenti dalle Agenzie per il Lavoro associate a Ebitemp. Il diritto ad usufruire delle prestazioni è garantito alle lavoratrici ed ai lavoratori con contratti in somministrazione attivi o che abbiano svolto almeno 30 giorni di attività lavorativa nell’arco dei 120 giorni di calendario, nonché per i 120 giorni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro.
Il diritto ad usufruire delle prestazioni previste dal Regolamento dovrà essere certificato dall’interessato al momento della richiesta di ogni sussidio.
Il diritto ad usufruire delle prestazioni previste dal presente Regolamento viene esteso al coniuge ed ai figli del lavoratore avente diritto, se fiscalmente a carico dello stesso.

2. Documentazione (comune a qualsiasi tipo di richiesta)
In relazione alle varie tipologie di prestazione indicate nel Regolamento, ogni richiesta di rimborso o sussidio, dovrà essere corredata dalla seguente documentazione:
a) specifico modulo di richiesta rimborso (scaricabile dal sito www.ebitemp.it) compilato in ogni sua parte e sottoscritto dall’interessato (i moduli contengono anche le modalità di spedizione di tutta la documentazione richiesta);
b) per i lavoratori con contratto di somministrazione a tempo determinato: copia dei contratti ed eventuali proroghe;
c) per i lavoratori con contratto di somministrazione a tempo indeterminato: copia del contratto, lettere di assegnazione ed eventuali proroghe;
d) copia della più recente busta paga percepita;
e) fotocopia del codice fiscale e documento d’identità.
In caso di richiesta di rimborso per familiare fiscalmente a carico, occorre allegare in aggiunta:
– dichiarazione sostitutiva di certificazione/variazione dei familiari conviventi fiscalmente a carico;
– fotocopia del codice fiscale del paziente/familiare.

3. Modalità di attivazione dell’assistenza
Le richieste di rimborso potranno essere inoltrate effettuando l’accesso alla propria area riservata sulla piattaforma MyEbitemp, oppure inviando la documentazione con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno a Ebitemp c/o Cassa Mutualistica Interaziendale, Viale San Gimignano 30/32 – 20146 Milano.
Le liquidazioni avverranno con bonifico sul c/c bancario o postale dell’associato o, in mancanza, con bonifico domiciliato (può essere riscosso presso qualsiasi ufficio di Poste Italiane).
I rimborsi sono integrativi di eventuali rimborsi dovuti dalle ASL o da altri enti mutualistici o da compagnie di assicurazione per i quali gli interessati devono fare regolare richiesta.

Trattenuta quota contrattuale a maggio per il CCNL Tessile-Abbigliamento-Moda

Effettuata, con la busta paga del mese di maggio, la trattenuta per il versamento della quota di sottoscrizione contrattuale dalle Organizzazioni sindacali a carico dei lavoratori non iscritti al CCNL Tessile-Abbigliamento-Moda

I lavoratori che non hanno voluto effettuare la trattenuta per il versamento della quota di sottoscrizione contrattuale lo hanno comunicato per iscritto alla Direzione aziendale entro il mese di aprile
Diversamente, per gli altri lavoratori, l’Azienda provvederà ad effettuare la trattenuta di 40 Euro sul saldo della retribuzione del mese di maggio 2022.
Entro il 31/7/2022, l’Azienda dovrà versare le trattenute sul seguente c/c: n. IBAN IT13U0832703211000000004904 presso BANCA di Credito Cooperativo di Roma – ag. 7, intestato a Femca-Cisl, Filctem-Cgil, Uiltec-Uil, a mezzo di bonifico bancario ordinario, specificando la denominazione dell’azienda versante ed il luogo in cui essa svolge la sua attività.
Entro il 30/9/2022, le Direzioni aziendali comunicheranno alle R.S.U., o in mancanza alle Organizzazioni Sindacali territoriali di Femca-Cisl, Filctem-Cgil e Uiltec- Uil, esclusivamente l’ammontare complessivo trattenuto (allegando fotocopia della ricevuta del versamento delle quote di sottoscrizione effettuato tramite bonifico bancario) unitamente al numero complessivo degli aderenti alla sottoscrizione e al numero dei dipendenti in forza.
I dati e la documentazione relativa alla sottoscrizione saranno conservati dall’Azienda fino al giorno 31/12/2022 e successivamente potranno essere distrutti. Le Organizzazioni Sindacali provinciali FEMCA-CISL, FILCTEM-CGIL e UILTEC-UIL potranno richiedere, entro il 31/12/2022, alle Direzioni aziendali un atto notarile che, salvaguardando la segretezza dei nominativi dei lavoratori, attesti esclusivamente il numero complessivo dei non aderenti alla sottoscrizione.

Trasferimento ad altra sede: quando è legittimo il rifiuto del lavoratore

Il rifiuto del lavoratore di trasferimento ad altra unità produttiva è legittimo se opposto in reazione all’ illegittima condotta del datore, il quale abbia eluso il comando giudiziale di reintegra dello stesso lavoratore nel luogo e nelle mansioni originariamente svolte (Corte di Cassazione, Ordinanza 19 maggio 2022, n. 16206).

La vicenda

Confermando la sentenza di primo grado, la Corte di appello territoriale aveva annullato il licenziamento intimato per motivi disciplinari al dipendente, al quale la società datrice di lavoro aveva addebitato l’abbandono del posto di lavoro; l’assenza ingiustificata dal servizio nei giorni successivi a tale abbandono, nonchè la circostanza che ciò fosse avvenuto in assenza di motivazione da parte del lavoratore.
A fondamento della decisione il giudice d’appello rilevava che, mentre l’allontanamento e l’assenza nei giorni successivi potevano essere considerati pacifici, in quanto non negati dal lavoratore, non sussisteva, invece, l’ulteriore elemento integrante la condotta addebitata, ovvero la mancata motivazione della stessa; tramite lettera, infatti, il dipendente aveva spiegato le ragioni del suo comportamento, ponendole in relazione al provvedimento datoriale, adottato in esecuzione di precedenti sentenze di reintegra del lavoratore, divenute definitive, con cui era stato assegnato in via definitiva presso altra sede.
Secondo la Corte distrettuale la condotta del lavoratore non presentava profili di illiceità, dovendo essere posta in relazione all’ illegittima condotta datoriale, dal momento che la società datrice non solo aveva tardato, anche a fronte di ripetuti solleciti del lavoratore, ad eseguire ben due sentenze definitive di reintegra del lavoratore, ma ne aveva sostanzialmente eluso il comando passato in giudicato; la reintegra non era avvenuta, infatti, nel luogo e nelle mansioni originarie e l’assegnazione a sede diversa da quella precedente configurava di fatto un trasferimento ad altra unità produttiva che avrebbe dovuto essere giustificato da sufficienti ragioni tecniche, organizzative e produttive, la cui mancanza qualificava come illecita la condotta datoriale e giustificava il comportamento del lavoratore.
Avverso tale decisione ha proposto ricorso per cassazione la società datrice di lavoro.

La pronuncia della Cassazione

I giudici di legittimità hanno respinto il ricorso, rilevando, nel caso di specie, la conformità a buona fede dell’inadempimento del lavoratore, condividendo il risultato della verifica operata, in tal senso, dalla Corte di merito.
Gli stessi hanno evidenziato che la particolare gravità della condotta datoriale, consistente nel ritardo con cui la società aveva dato esecuzione all’ordine di reintegrazione e nella sostanziale elusione del giudicato, attraverso la ricollocazione del lavoratore in un luogo diverso da quello originario, mediante trasferimento non sorretto da ragioni giustificative dello stesso, imponeva di ritenere legittima e, dunque, giustificata la reazione del lavoratore, valutando questa conforme a buona fede.

Nel caso in argomento, in particolare, dal raffronto tra l’inadempimento datoriale e il rifiuto opposto dal lavoratore emergeva l’obiettiva, speciale, gravità della condotta datoriale, direttamente incidente su aspetti di pregnante rilievo esistenziale, attinenti al medesimo diritto al lavoro ed al luogo di svolgimento della prestazione lavorativa.
In conclusione, la Suprema Corte ha ribadito il principio, adeguatamente applicato in sede di merito nel caso in esame, secondo cui, la verifica della contrarietà o meno a buona fede del comportamento del lavoratore deve essere condotta sulla base delle concrete circostanze che connotano la specifica fattispecie, nell’ambito delle quali si può tenere conto dell’ entità dell’inadempimento del datore in relazione al complessivo assetto di interessi regolato dal contratto, della concreta incidenza di tale inadempimento su fondamentali esigenze di vita e familiari del lavoratore, della puntuale, formale indicazione delle ragioni tecniche, organizzative e produttive alla base del provvedimento di trasferimento, come pure dell’ incidenza del comportamento del lavoratore sull’organizzazione datoriale e più in generale sulla realizzazione degli interessi aziendali, nell’ottica del bilanciamento degli opposti interessi in gioco, costituzionalmente garantiti.